Pompei

Gli scavi di Pompei ebbero inizio nel 1748, durante il regno di Carlo di Borbone delle Due Sicilie, con l'intento prevalente di conferire prestigio alla casa reale. Si procedette, però, in modo discontinuo e solo dopo qualche anno la zona degli scavi fu identificata come Pompei. All'inizio del XIX secolo, con l'occupazione francese e l'ascesa al trono di Gioacchino Murat, vi fu un incremento delle attività di scavo, che diminuì con il ritorno dei Borbone. Sempre in questo periodo suscitò grande eco la scoperta della casa del Fauno, con il grande mosaico raffigurante la battaglia di Alessandro. Dopo l'unità d'Italia si ebbe una svolta nel metodo di lavoro: si cercò di collegare i nuclei già messi in luce e di lasciare sul posto i dipinti che precedentemente venivano staccati e portati al museo di Napoli. Nel 1924, con la nomina di Amedeo Maiuri alla sovrintendenza degli scavi, iniziò l'esplorazione degli strati sottostanti al livello del 79 d.C., per meglio conoscere le fasi più antiche di Pompei. Negli  ultimi decenni l'attività di scavo da parte della Sovrintendenza si è progressivamente ridotta, ritenendo opportuno concentrare le scarse risorse disponibili sul restauro e sulla manutenzione degli edifici già portati alla luce,mentre l'attività di ricerca viene ancora condotta da diverse Università di tutto il mondo.