Nel corso della sua lunga esistenza la Villa Comunale di
Napoli, già Villa Reale, ha cambiato più volte aspetto, adeguandosi di volta in
volta alla moda ed al gusto del tempo. Molti di questi cambiamenti sono stati
effimeri e non hanno lasciato tracce, ma molti altri sono ancora oggi
perfettamente riconoscibili con la loro imponenza architettonica, come nel caso
degli edifici, testimoni ognuno del gusto tipico del tempo in cui furono
realizzati, come l’elegante e raffinata Cassa Armonica in vetro e ghisa, oppure
di soluzioni all’avanguardia come nel caso della Stazione Zoologica Anton
Dhorn, in cui si sono dovuti fondere le esigenze scientifiche a quelle
estetiche. Impressionante è poi la quantità di opere scultoree dislocate lungo
tutta l’area della villa, così diverse per stile e concezione originaria eppure
così perfettamente amalgamati insieme. Così accade per esempio che le molte
sculture, concepite in pieno gusto ancora rococò per l’abbellimento della
Reggia di Caserta, qui trasportate si trovino affiancata a fontane barocche
oppure ai busti di busti degli illustri cittadini e figli di Napoli, secondo
una moda che mirava alla esaltazione delle glorie italiche e locali, seguendo
una moda inaugurata nella Capitale nel Parco del Pincio.
Ancora di recente, tra il 1997 e il 1999, la Villa ha
cambiato il suo aspetto, proiettandosi verso il nuovo millennio con un volto
quasi da fiaba, come ci è restituita dopo i lavori di restauro e miglioramento dell’illuminazione
e del verde ad opera di Alessandro Mendini e del suo atelier, i cui interventi
più vistosi restano gli chalet dai colori forti e sgargianti in forma di
piccoli castelletti, e dalle sinuose decorazioni della nuova cancellata.
Attualmente il volto della Villa Comunale sta per cambiare
nuovamente a causa dei lavori della Linea Metropolitana 6.
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